NOI SIAMO
QUELLI CHE...

Pensano che le informazioni sullo stato di salute delle persone e delle comunità, sulle malattie e gli infortuni, sulle cause di entrambi...costituiscano una premessa indispensabile per fare prevenzione;
Offrono alle istituzioni, ai corpi intermedi della società...valutazioni, proposte, azioni di informazione e formazione con l'intento di partecipare...;
Non hanno conflitti di interesse...per cui sono liberi di dire ciò che pensano
Comunicano in modo trasparente...
Non hanno tra gli obiettivi prioritari la difesa di categorie o di singole figure professionali...
Cercano un continuo confronto con le altre Società scientifiche che operano nel mondo della prevenzione...
Non hanno mai smesso di credere nella necessità di un sistema pubblico di prevenzione diffuso in tutto il paese, in grado di garantire il diritto alla salute e di contrastare le diseguaglianze.
Pensano che la solidarietà e la partecipazione siano ancora valori indispensabili.
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Addio a Roberto Maremmani, il nostro indimenticabile Giallolimone

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Tempo di lettura: 7 minuti

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 Roberto Maremmani, ineguagliabile Giallolimone, inventore del nostro logo e  grafico della storica rivista SNOP,  delle tessere associative e di tante locandine, ci ha lasciato.  A noi piace ora immaginarlo mentre, con il suo tratto inconfondibile, continua a disegnare tra le nuvole.

 Ciao Roberto, e grazie da tutta la SNOP!

___________________________________

Pubblichiamo oggi i primi ricordi di coloro, tra noi, che hanno condiviso con Roberto per molti anni  il lavoro di redazione della rivista, oltre che un solido rapporto di amicizia.

Siamo certi che non siano i soli a rimpiangerlo. Naturalmente, saranno benvenuti i ricordi di chi lo ha conosciuto, che possono essere inseriti nello spazio per i commenti.

__________________________________ 

Quando lessi l’elzeviro di Giallolimone a pag.34 del numero 8 del settembre del 1988 della nostra rivista, il glorioso “Bollettino SNOP” ebbi un attimo di sconcerto. Nel pezzo di Roberto veniva “preso in giro” un breve articolo che avevo scritto lì di fianco per commentare una mostra vista a Milano della Montedison sulla sua storia. La vena acidula di Giallolimone aveva trovato un’ottima esca nel tono con cui avevo scritto il mio pezzo tra l’indignato per le “omissioni” e il pedante nel pretendere che una mostra chiaramente esegetica fosse volta a descrivere un pezzo di storia sociale del tutto estraneo al contesto. Roberto “fustigava” nel suo modo brillante e apparentemente leggero, la retorica che trasudava dalle mie righe, retorica a fin di bene, naturalmente, ma che si applicava a un obiettivo per una volta improprio, una mostra organizzata dalla azienda stessa colpevole di tante nefandezze.

Superato lo sconcerto immediato, colsi nelle parole di Giallolimone la giusta critica e ne feci tesoro. Da allora ho sempre cercato di frenare quell’eccesso di enfasi che finisce per guastare anche le migliori intenzioni nello scrivere.

Ma tanti altri erano i meriti di Roberto. Con la sua grafica, eterodossa per una rivista che ambiva a veicolare informazioni ed esperienze professionali nel campo della prevenzione dei rischi per la salute, contribuì in maniera decisiva a caratterizzare l’aspetto innovativo del messaggio che la nostra società voleva trasmettere. Anche su questo piano ricordo le critiche piovute addosso alla linea grafica. Ma per me e Lalla che in quel periodo curavamo l’aspetto (nel vero senso della parola) della rivista non furono mai in discussione la sua penna e le sue matite. Ci piaceva lo stile “dark” e molto “rock” che i ritocchi fotografici su vecchie immagini prima e le macchie nere vagamente umanoidi poi caratterizzavano la grafica di Roberto per il Bollettino. Posso testimoniare che anche questa eterodossia grafica è elemento di grande interesse tra gli storici di professione che iniziano ad occuparsi della nostra storia. Ci trovano l’originalità del messaggio, la novità rivoluzionaria (passatemi il termine) della forma e della sostanza che volevamo trasmettere e il veicolo arricchito dalla grafica di Roberto ne era perfetta realizzazione.

Infine un altro aspetto di Roberto. Quando mi trattenevo al servizio di via Oslavia a Sesto per discutere con Lalla di questioni relative a SNOP e al Bollettino, in margine ad altre attività più istituzionali, Roberto capitava silenzioso e un po’ misterioso, ascoltava per un po’ e poi gettava lì poche parole sempre pertinenti e spesso “dissacratorie” per raffreddare certi eccessivi entusiasmi dai quali ci lasciavamo prendere. Il tutto sempre con gentilezza e senza alcuna invadenza, quasi in punta di piedi.

Arrivederci Roberto, ti abbiamo voluto bene davvero !

Alberto Baldasseroni

 

È morto Roberto Maremmani il nostro collega storico, l’amato grafico snop, il giallo limone degli elzeviri…l’inventore del gatto snop…le tessere una diversa ogni anno, le copertine degli Atti dei tanti Seminari, di tante caricature di molti (come quella qui sotto).

Molto del suo lavoro è sul sito, scannerizzato con pazienza da Alberto Baldasseroni.

Ci ha lasciati per una terribile malattia, a soli  75 anni.

A Roberto devo tanto …sul lavoro 35 anni di impegno, innovazione, simpatia, serietà, una ventata di buonumore, intelligenza, ironia, dedizione.

Ma anche un bravissimo tecnico della prevenzione…un maestro per i giovani.

Sono orgogliosa di averlo spinto perché facesse anche un po’ il grafico professionista…anche se non più giovanissimo.

Raccoglieremo anche con il suo studio…

Sono tristissima.

Lalla

Ciao Maremmani. Questa caricatura che mi ha fatto quando ancora lavoravo con voi mi sta accompagnando da tutta una vita.

Dario

 

Roberto era una bella e intelligente persona.  Una testa acutissima e sensibile, due occhi che ti leggevano dentro.  Io non lo vedevo da molti anni ma ne ho un ricordo empatico e affezionato, seppur da lontano, come il ricordo di quegli anni appassionati.

Per me, come per (più o meno) tutti i “vecchi” Snop è davvero una notizia triste, anche se drammaticamente attesa.

Claudio Calabresi

 

Ho sempre apprezzato la grafica di Roberto pienamente espressiva, frutto di inventiva, abilità e cultura generale, specie nel campo delle arti visive,
Non lo ho mai ringraziato abbastanza per le immagini che è stato capace di produrre nei miei scritti comparsi nel Bollettino SNOP; se fossi capace ne proporrei una per tutte, quella che ha creato per “Comparto luoghi di culto” (BollettinoSNOP nn. 30-31, luglio 1994, pp. 38-39), una chiesa di transizione tra il romanico ed il gotico con i tetti con coperture a dente di sega, a “shed”. Ciao Roberto.

Francesco

 

Ciao Vecchio Roby,

Ti abbiamo voluto bene,

ci mancherai

Parlare di te non mi è per niente facile

Le parole diventano grumi di dolore

al solo pensiero di doverne parlare al passato.

E poi so bene che rideresti del mio piglio serioso,

senza rispetto per i miei baffi imbiancati

Mi hai insegnato a essere dissacrante,

più di quanto pensassi di esserlo.

Mi hai obbligato ad accettare il graffio della tua ironia

Fino a non riuscire a farne a meno.

Era quasi impossibile sperare di sfuggire

al tuo sguardo acuto, in grado di cogliere

particolari che sembravano insignificanti

e che invece non lo erano mai.

Sai bene quanto sei riuscito a mettere a dura prova

il mio orgoglio con il tuo sarcasmo

Eppure non hai mai cessato di volermi bene,

di essere accogliente e irriverente

verso la mia esuberanza.

Quando ti ho conosciuto, non c’è voluto molto a capire

che avevo a che fare con una intelligenza rara,

con una cultura profonda a stento mascherata

da un carattere schivo e al tempo stesso vulcanico.

Ti piaceva creare e lo facevi trasformando

le materie più incredibili: dai tovaglioli del ristorante

alle graffette della pinzatrice, usati per dare vita ai tuoi personaggi

Graffiavi quelli a cui volevi bene

(e per fortuna ero uno di quelli)

Perché quelli che ti piacevano poco,

se insistevano a chiederti schizzi, finivano

per pentirsene amaramente.

Ma tu non eri solo questo

Sei stato per mia fortuna molto di più

La tua intelligenza ti ha permesso di essere

un grande operatore della prevenzione,

capace di immaginarla e di renderla visibile.

Colui che ci ha insegnato a vivere e a conoscere i cantieri

capace di osservare quello che noi non vedevamo,

anche quando qualcuno cercava di impedircelo.

Capace di leggere la fabbrica come un appassionato tecnologo,

in grado di capirne il senso profondo.

Mi sembra che sia passato davvero poco tempo

da quella volta in cui gli operai della Breda Fucine avevano

invitato noi due a pranzo con loro in reparto, sotto natale,

dopo una litigata furiosa col loro direttore di produzione,

che non era intervenuto per bloccare quel maglio maledetto

che aveva quasi ammazzato uno di loro.

Ti sono grato perché mi hai insegnato a capire la bellezza

del lavoro che abbiamo fatto insieme, a credere nella sua utilità sociale,

a sentirmi più gratificato dal grazie di un lavoratore

che non dalla riparata tranquillità di chi ha un posto sicuro

Ma ti voglio ricordare anche per la tua tenerezza,

Per la capacità di commuoverti,

senza paura di mostrarti sensibile

di fronte alle cose belle e alle debolezze umane,

sempre con un pensiero anche per chi stava peggio di te,

per chi hai continuato ad aiutare.

La scoperta della malattia, la disperazione e lo sconforto

la speranza ritrovata, la rinascita

e la voglia di ricominciare la vita dopo la paura.

Lentamente ti sei ripreso tutto, anche la tua montagna

Ho visto il tuo sorriso illuminato

quando parlavi del tuo nipotino

e lo sconforto nel periodo del COVID

quando non potevi incontrarlo.

Ho il visto la tua matita incupirsi,

disegnare stupendi scenari di travolgente tristezza,

mandando in letargo i tuoi graffi dark.

Una sera d’estate ti ho chiamato perché volevo vederti,

avevo bisogno di sentirti ridere

ma ti ho sentito diverso, fragile,

quasi timoroso di prendere impegni.

Forse presagivi che la vita ti stesse tendendo

un’altra imboscata, l’ennesima,

che non aveva affatto smesso di perseguitarti

Ti ho ritrovato in ospedale

e sei riuscito ancora a regalarmi un sorriso.

L’ultimo grande regalo anche nella sofferenza

Grazie Roberto, per me è stato impossibile

non volerti bene, mi mancherai ma questo lo sai bene

Ti abbraccio con affetto.

Nicola

 

Il “Sig. SNOP” esiste veramente: di nome fa Pavel, origine bosniaca,  impiegato in una azienda di trasporti di Parma. L’avrei scoperto molti anni dopo la fondazione e gli anni ruggenti di SNOP. Ma per me il “Signor SNOP” è rimasto, e resterà sempre, Roberto Maremmani.
La maggior parte di Soci e degli interlocutori identificava SNOP nei componenti di quel gruppo di sognatori concreti che si riuniva a Sesto San Giovanni nella sede SPSAL o presso la CGIL, ospiti di Rino Pavanello. E a Sesto, meno apparente ai più ma con una forza impattante decisiva, lavorava  anche Roberto, che con i suoi tratti grafici, le vignette, le sue incredibili copertine neofuturiste, ha contribuito più di tutti a creare e diffondere l’immagine di una Associazione nuova, diversa, alternativa, a partire da quel logo decisamente “altro”: svettante, appuntito, pungente e quasi irriverente rispetto al piatto grigiore del panorama associativo dell’epoca (e non che oggi le cose siano molto diverse….).
E chi doveva scrivere un editoriale sul prossimo numero della rivista sapeva (e, a volte, confidava) di poter contare  su Roberto, che con il tema della copertina, i segni grafici, le vignette, aveva il magico potere di rendere più efficace, penetrante e persuasivo il messaggio anche quando, come qualche volta poteva capitare, il testo non era il massimo in termini di efficacia. Era, si direbbe oggi, un maestro della comunicazione analogica, che sapeva veicolare il messaggio sopra e oltre il testo, spesso anche meglio delle parole stesse. Nella mia libreria ho una raccolta delle riviste SNOP, in particolare quelle che contengono editoriali ed articoli scritti da me a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Dopo la telefonata di Lalla, sono andato a cercare alcuni articoli scritti in momenti particolari, di cui però non ricordavo la data. Ebbene, li ho ritrovati grazie alla memoria visiva, rintracciando le copertine!. Lalla mi ha raccontato al telefono episodi della vita professionale “normale” di Roberto che io non conoscevo, e dai quali ho avuto la conferma (ma non avevo dubbi) che Roberto era un capace e serio professionista della Prevenzione.  Ma per me Maremmani resterà sempre non il Sig., ma il  “Signor” SNOP: senza abbreviazioni, perché Roberto era, prima di tutto, un gran Signore.
Graziano

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30 risposte

  1. Ho lavorato con Roberto dall’inizio della sua attività nella USL di Sesto S.Giovanni e poi ancora per la SNOP. Mi era caro e la mia stima come operatore della prevenzione, come grafico, come uomo e, spero, come amico è sempre stata grande. Ogni tanto sorrideva di me, ma con affetto.
    Enrico

  2. Ciao Roberto, geniale folletto che ha animato i primissimi passi della mia vita professionale e in seguito per molti anni a venire. Con le tue vignette e le tue caricature hai saputo vestire le nostre giornate di una leggera e al tempo stesso profonda e impegnata ironia. Tu le abbandonavi furtivamente qua è là in ufficio ed ogni volta nel trovarle era una sorprendente risata. Finchè ho potuto le ho raccolte, fino a quando i nostri “luoghi di lavoro” si sono differenziati, senza mai però allontanarsi più di tanto. Come Dario mi piacerebbe pubblicarne qui un paio, una su di me e una sulla UOTSLL, ma non so come fare.
    Non so proprio cos’altro aggiungere a quanto già scritto da Lalla, Dario e Enrico, che saluto con affetto. I ricordi sono tantissimi, vividi, intensi e dolci …
    Aldo

    1. Caro Giuseppe, grazie per il tuo contributo al ricordo di Roberto, che aiuta chi non lo avesse conosciuto a comprendere le sue qualità umane e la sua capacità di creare relazioni che sono rimaste immutate nel tempo. Puoi inviare le vignette a redazione@snop.it chiedendone la pubblicazione sul sito (come quella inviata da Dario, le inseriremo nella pagina dedicata al ricordo di Roberto).

      1. Grazie Anna Maria, invierò come da te indicato le vignette a redazione @snop.it valutate voi senza problemi se pubblicarle.
        Nel frattempo sto prendendo accordi con Lalla per andare a trovarla con tutta la cartelletta contenente la “mia raccolta” di vignette di Roberto, per scegliere le più significative e poi scansionarle o fotografarle, verificando quale tra le due operazioni fornisce i risultati migliori, dato che purtroppo non sono abile ed esperto nella gestione di queste cose
        Aldo

  3. Indimenticabile quel periodo di lavoro alla Uotsll di Sesto. Anni di crescita e ancora di una sanità pensante e territoriale. Avevo solo da imparare dai colleghi e Roberto resterà per sempre nei miei ricordi.
    Peppina Atahualpa
    Giusi

  4. Caro Roberto, ti ricordo con dolce nostalgia. Anche se di riflesso ho vissuto gli anni intensi dello SMAL (le sigle sono poi cambiate ma non la sostanza e le persone) e la solidarietà e l’amicizia profonda che legava tutti voi, professionisti capaci e retti.
    Una carezza
    Patrizia Dodi Audisio (moglie di Roberto Audisio)

  5. Ho conosciuto Roberto fuori da Snop. E’ stato il grafico dei miei libri sulla storia di Sesto. Per uno, indimenticabile, destinato ai ragazzi, fece anche delle magnifiche tavole. Dalle illustrazione di questo libro il comune di Sesto volle fare una mostra per i ragazzi di Sesto. Una persona competente, appassionata, con uno spirito civico assolutamente straordinario. Per me è stato anche un amico, di poche parole, ma sempre quelle giuste. Eravamo impegnati a lavorare ad un racconto illustrato dedicato ad un’operaia della Breda ambientato tra guerra e dopo guerra. Se riuscirò a portare a termine il lavoro lo dedicherò a Roberto. Mi mancherà davvero tanto.
    Luigi

  6. Sono arrivata alla ASL di Sesto San Giovanni perché mi sono trasferita da un’altra ASL. Ricordo con riconoscenza la gentile accoglienza di Roberto, ma anche i suoi preziosi insegnamenti su un territorio che conoscevo poco e su settori di cui non avevo esperienza. Grazie Roberto, anche per le tue ironiche sferzate. Sono molto triste ….Ciao. Mi piace immaginare che tu te la stia ridendo con Marco, altra persona fantastica di quel servizio che un destino crudele ci ha portato via troppo presto

  7. Ho conosciuto Roberto nel lontano novembre del 2000 quando poco più che ventenne sono venuto a lavorare a Sesto. Lui Nicola e Giordano sono stati i miei maestri e non solo dal punto di vista professionale. Pur avendo 30 anni di età di differenza dopo un po’ di tempo non eravamo solo due colleghi che facevano coppia quasi fissa nelle ispezioni ma anche grandi amici. L’ironia e l’intelligenza di Roberto misti alla sua vena artistica e al suo aspetto un po’ da scienziato pazzo facevano di lui una persona unica. Mi mancherà un sacco. Ciao Bob

  8. Ho lavorato solamente pochi anni con Roberto allo PSAL di Sesto perchè da lì a poco lui sarebbe andato in pensione; lui era una persona di grande esperienza e si dedicava, soprattutto nell’ultimo periodo, a tirare su le nuove leve. Io, per quanto più giovane di lui di solamente 7 anni, ero di fatto un suo coetaneo sia dal punto di vista anagrafico che come esperienza lavorativa ed anch’io, come da prassi, uscivo con i più giovani per trasmettere loro (per quanto possibile) conoscenze ed esperienze. E’ per questo che si usciva assieme raramente. Ma di una persona è possibile cogliere gli aspetti che lo caratterizzano anche senza necessariamente trascorrervi assieme intere giornate. Questo è vero soprattutto quando si ha a che fare con una persona trasparente e cristallina come lo era Roberto. Ho letto negli scritti che hanno preceduto questo mio, parole di grande ammirazione per Roberto, E sono condivisibili una per una tutte le parole che lo hanno così sapientemente descritto. Quello che a me ha maggiormente colpito di Roberto è la sua semplicità nella sua genialità, una persona genuinamente umile nonostante fosse un grande; una persona molto amabile (nei modi e nella sostanza), generosa, disponibile, pacata, intelligente. Era in grado di vedere dentro ciascuno di noi cogliendo gli aspetti essenziali (e non solamente estetici) e, all’occorrenza esternava ciò che aveva colto nei disegni che faceva di noi componenti dello PSAL di Sesto. Ci mancherà molto Roberto.

  9. Conoscevo Roberto per la comune appartenenza a SNOP e perché di tanto in tanto frequentavo il Servizio di prevenzione nei luoghi di lavoro di Sesto SG dai tempi dello SMAL per scambi di idee su temi che accumunavano il lavoro dei sestesi e dei milanesi.
    Roberto era, infatti, una figura storica sia di SNOP che del Servizio di Sesto SG, uno dei primi tecnici a lavorare nei servizi territoriali di prevenzione, che univa alla sua grande professionalità impegno e passione, intelligenza e creatività; basti pensare al contributo culturale che ha dato a SNOP, e non solo per tutta la parte grafica da lui gestita. E’ stato un maestro per molti operatori che hanno avuto l’opportunità di lavorare con lui e di leggerlo nella rivista.
    Lo ricorderò con quel suo sorriso ironico, scherzoso con cui si rapportava spesso con i suoi compagni di lavoro e che contribuiva a creare un clima amichevole e di leggerezza.
    Grazie Roberto per tutto quello che ci hai dato.
    Susanna Cantoni

  10. Maremmani, il fabricat, il giallo che ci distingueva, la composizione dei primi numeri …
    Andare a Sesto, negli anni ‘80, a ragionare con Lalla, Enrico e gli altri al coordinamento nazionale, era anche sentire la presenza di chi componeva la rivista e la rendeva così unica.

    Grazie Maremmani, ci siamo conosciuti poco, ma ho sempre saputo che eri chi permetteva a Lalla di far uscire quel prodotto che tanto ci ha formato.
    Grazie
    Addio

  11. Ciao Roberto, ho avuto la fortuna di conoscerti quando giunsi alla Uotssl di Sesto S.G. Sei stato un maestro e un fratello maggiore. Sono tanti i momenti indimenticabili che si affollano nella mia mente, avrai sempre un posto nei miei ricordi.
    Giordy

  12. Caro Roberto, ho passato con te quasi 20 anni allo PSAL di Sesto, anni entusiasmanti e pieni di voglia di fare; siamo cresciuti professionalmente, tu come UPG e nell’edilizia che ti piaceva tanto, io soprattutto nell’igiene industriale. Ricordo di te la tua creatività e la tua intelligenza, oltre ovviamente alla tua genialità come grafico. Le tue rappresentazioni grafiche dei vari componenti del servizio erano stupefacenti, ma anche utili a creare un clima di coesione e un legame affettivo tra di noi. Purtroppo ti ho perso di vista negli ultimi anni perché abbiamo preso strade diverse, ma il ricordo che ho di te è rimasto e rimarrà intatto nel tempo.
    Marco

  13. Ho sempre apprezzato la grafica di Roberto pienamente espressiva, frutto di inventiva, abilità e cultura generale, specie nel campo delle arti visive,
    Non lo ho mai ringraziato abbastanza per le immagini che è stato capace di produrre nei miei scritti comparsi nel Bollettino SNOP; se fossi capace ne proporrei una per tutte, quella che ha creato per “Comparto luoghi di culto” (BollettinoSNOP nn. 30-31, luglio 1994, pp. 38-39), una chiesa di transizione tra il romanico ed il gotico con i tetti con coperture a dente di sega, a “shed”. Ciao Roberto

  14. Ciao, Roberto, ho cercato la nostra foto (mia tua e di Giancarlo Perego) in un soprallugo in un cantiere di Vedano al Lambro, nevicava di brutto e noi tre con la pandina Asl a cercare il cantiere che ovviamente era chiuso.
    La foto, sarà un caso, è sgretolata, non piu utilizzabile, quasi a ricordarmi cosa è successo.
    Sei stato un esempio per me che da “elettrotecnico” faticavo a capire cosa non andasse in quei cantieri, mentre tu addirittura riuscivi a fare 4 verbali con un solo soprallugo; erano tempi in cui c’era un etica del lavoro profonda che serviva da esempio e da sprone a tutti noi, e di questo, ti ringrazio
    spero che dove tu sia ti abbiano dato carta e penna, così disegnerai un po’ tutti lì sopra, ci hai sempre ritratto come eravamo
    mancherai a tutti noi
    ciao Roberto

  15. Una persona davvero speciale, un grande esempio che rimarrà per sempre nei miei ricordi. Tanta serietà, dedizione ed ironia, non solo un collega ma grande amico Roberto. Con lui, che insieme a Lalla, Nicola e Giordano in primis sono stati per me una seconda famiglia, gli anni di lavoro più belli.
    Felice e fortunata di averlo conosciuto, mi mancherà molto.
    Giusi

  16. Ciao Roberto, ti vedo già da qualche parte nell’universo, matita e taccuino alla mano, a disegnare cose che noi terrestri non riusciremmo mai a cogliere. Buon lavoro, come sempre riuscirai a fare centro.

  17. Tantissimi anni fa, un piccolo libro sulle fibre alimentari scritto insieme a Lalla conteneva alcuni tuoi disegni, che spiegavano in maniera simpatica e immediatamente percepibile concetti – diciamolo sinceramente – magari un po’ noiosi. Una immediatezza che ha sempre contraddistinto la tua opera artistica.

  18. Ciao caro Roby. Tutto quello che ho letto dei ricordi dedicati a te, dai colleghi, lo condivido. Genialità, serietà e competenza lavorativa, grande pazienza e disponibilità, ti hanno sempre accompagnato nella vita. In ogniuno di noi rimarrà una parte di Roberto. La conserveremo, il ricordo non ci abbandonerà mai. Sei libero ora, da ogni affanno caro giallo limone.

  19. Ho avuto il piacere e (non vorrei apparire retorico, ma è vero …) l’onore di lavorare con Roberto, anche se poco, ai tempi più eroici della storia SNOP, proprio ai primordi , poi non ci siamo più frequentati , ma almeno io me lo sono sempre ricordato bene, e la notizia della sua morte, che Lalla mi ha comunicato mi ha molto colpito (e poi eravamo quasi coetanei …). Ricordo che quando vidi i primi progetti per il logo SNOP non mi convinse fino in fondo, poi un giorno ebbi la folgorazione, durante una riunione in cui qualcuno mi definì “troppo puntuto” … allora ho capito che, almeno secondo me, quei caratteri, appuntiti e spigolosi, erano perfettamente coerenti con quello che allora era la SNOP , non la solita società scientifica liscia e levigata, ma una masnada di matti entusiasti, insoddisfatti di come andavano le cose e decisi, nel loro piccolo, a cambiarle almeno un po’ ! E quindi eravamo acuminati, penetranti, appunto “puntuti” ! E non so se Roberto avesse avuto questo stesso mio pensiero e quindi i caratteri fossero figli di questa lettura del nostro essere … oppure no. In ogni caso , grazie a te, Roberto, anche per quei caratteri, che ancora rappresentano la nostra identità.
    Leopoldo Magelli, primo presidente SNOP

  20. Apprendo in questa mattina grigia la scomparsa di Roberto.. probabilmente non sarò la persona più adatta.. ma vorrei solo potergli dire GRAZIE, un GRAZIE DI CUORE per tutto ciò che mi ha insegnato sia a livello teorico e soprattutto pratico. Quella praticità tecnica condita da intelligenza e logica applicata all’edilizia e non solo. Quella capacità che oggi, nel mio piccolo, sto cercando di trasmettere ai nuovi tecnici e che molto difficilmente viene spiegata e trasmessa nei percorsi di studio universitari.
    > Un GRAZIE DI CUORE Roberto, sto cercando di essere quello che avrei/sarei dovuto essere tempo fa, quando c’eri tu come collega insegnante mentore.. farò del mio meglio te lo prometto.
    > Un Abbraccio Stefano

  21. Ho conosciuto Roberto negli anni settanta attraverso comuni amici quando era soprannominato Roberto “SMAL”. Dopo pochi mesi siamo diventati colleghi e, attraverso tutti i cambiamenti epocali dei nostri ambiti lavorativi, siamo andati in pensione praticamente insieme.
    Una persona speciale che ha affrontato il nostro lavoro con grande competenza e professionalità ma con una capacità di sdrammatizzare ogni situazione che lo ha sempre contraddistinto.
    Ciao Roberto

  22. Ho mosso i miei primi passi allo SMAL di Sesto San Giovanni dopo la metà degli anni 70 da studente di Medicina e con Lalla, Roberto Audisio, ed Enrico Cigada conobbi anche Roberto Maremmani, tecnico della prevenzione, non solo bravo professionalmente, ma dotato di quella spiccata ironia che gli consentì di divenire giustamente famoso con la nascita di SNOP assumendo un ruolo fondamentale di grafico e vignettista ( Giallolimone, GattoSnop…).
    Non lo vedevo da molti anni ma entra di diritto tra le persone importanti degli albori della mia vita professionale.
    Ciao Roberto e grazie! Che la terra ti sia lieve!
    Gino Carpentiero

  23. Il contributo di Roberto alla rivista snop con la grafica che l’ha caratterizzata e con i commenti di Giallolimone restano nell’immaginario di chi ha partecipato alla vita associativa ma anche di tanti operatori che amavano la rivista anche per questi suoi contributi .Personalmente come ex presidente SNOP posso testimoniare questa ampia curiosità e partecipazione sia ai banchetti dei convegni dove veniva esposta la rivista sia fuori da queste occasioni.Tutte le persone sono importanti nella loro ricchezza e anche nelle loro difficoltà ma per Snop Roberto è stata una persona ancora più importante tra i tanti che hanno costruito la snop e che tuttora le danno linfa .
    Domenico Taddeo

  24. Ciao Roberto, con te abbiamo condiviso anni di lavoro, e ogni giorno, la tua presenza è stata caratterizzata dalla quotidiana solarità, ilarità, simpatia e diponibilità ogni qual volt ti era chiesto lume.
    Sicuramente ora stai continuando a fare tutto ciò, là, ove la vita ha un altra forma.
    Solo grazie di esserci stato.

  25. Caro Roberto,
    il tuo segno ha determinato l’identità della giovane SNOP per tanti anni. Nel nostro piccolo Paese, ma anche tra i colleghi e compagni delle associazioni simili all’estero (APIT, UPIT, Villermé, ecc.). Ci invidiavano tutti proprio questo tratto particolare di originale connubio tra movimento e istituzione, fantasia, creatività e rigore. Incuriosivamo e attraevamo, nonostante pochissimi capissero l’italiano, perché le tue immagini e la grafica dell’intero bollettino spiegavano e dicevano molto più delle nostre parole. Ciao, giallo limone.

  26. Caro Roberto averci lasciato così presto è una grande ingiustizia ma la vita ci riserva momenti bellissimi ed altri difficili da commentare. Sei stato un collega fantastico è sempre ad aiutare tutti anche col tuo essere alle volte spigoloso ma sempre onesto. Io ti voglio ricordare col tuo nipotino sul tuo profilo whatsapp in quel prato fiorito dove sei nonno sereno e felice. Un abbraccio ed un arrivederci. Amelia

  27. Non so se si può dare una lettura unica di quello che sei stato. Troppo poco pensarti solo come artista o come precusore degli operatori della Prevenzione. Rimarrai per noi un grande uomo, un osservatore temibile … anche dei nostri difetti. Resterai nei nostri cuori per quello che sei stato: un grande amico, affascinato dalla vita e dalla bellezza. Il tuo sguardo indagatore e provocatore rimarrà nei nostri ricordi come i tuoi schizzi graffianti, dissacranti. Ti abbiamo voluto bene ed è difficile rassegnarsi al fatto che tu non ci ridicolizzerai con le tue macchiette. Per dirla come la nostra Lalla Ciao vecchio Roby

  28. Cercavo alcuni ricordi di vecchi compagni di avventure lavorative. Mi sono imbattuto in questa tristissima notizia. Avevo rivisto, con sorpresa, Roberto qualche anno fa a casa di una comune amica del mio paese. Un piacere reincontrarlo sempre discreto e folgorante.
    Il grande Giallolimone.

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