Quando arriva un nuovo governo, anche politicamente molto diverso da quelli precedenti, è lecito chiedersi “come andranno le cose per le materie di cui ci occupiamo?”.
Vediamo alcuni segnali recenti in tema di salute di tutti e di salute nei luoghi di lavoro.
Il disegno di legge “Calderoli” sull’autonomia differenziata “individua i principi per l’attribuzione di funzioni alle Regioni che abbiano chiesto l’accesso a forme e condizioni particolari di autonomia per una o più materie richiamate dall’art 116, terzo comma, della Costituzione” e “definisce le modalità procedurali di approvazione, modifica e cessazione di efficacia delle intese fra lo Stato e la singola Regione”. Si tratta di ben 24 materie che sono state riconosciute di potestà legislativa concorrente con lo Stato. Tra queste la tutela e sicurezza sul lavoro, l’istruzione, la produzione il trasporto e la distribuzione dell’energia e, ancora, la tutela della salute e il governo del territorio.
In estrema sintesi, l’ovvia ulteriore esasperazione delle (storiche) disomogeneità d’intervento sui determinanti ambientali di salute nell’intero paese incrementerebbe il già enorme divario economico e di intervento tra le regioni, svantaggiando quelle a minor reddito. In breve, un passo forse decisivo verso la compromissione dell’unità nazionale e soprattutto verso una condizione di “diritti diversi” (compreso quello previsto dall’art. 32 della Costituzione) a seconda del luogo in cui si nasce, si vive e si lavora.
Il nuovo Codice degli appalti, che dovrebbe entrare in vigore in questi giorni (1° aprile, ma non si tratta di una burla…) per divenire operativo dal prossimo luglio. Un provvedimento complesso, per alcuni aspetti certamente … innovativo (a detta di chi ne ha voluto l’allestimento, improntato alla “semplificazione”), che tra le altre implicazioni ha quella dell’affidamento diretto: per servizi e forniture – ivi inclusi servizi di ingegneria e architettura e l’attività di progettazione – sotto la soglia dei 140.000.000 euro, e per i lavori sotto i 150.000 euro.
Già varie voci si sono levate, in particolare quelle dei segretari generali di CGIL e UIL, a ricordare tra le varie conseguenze quella, drammaticamente ovvia, richiamata da Landini (“far passare la logica del subappalto e del sotto appalto vuol dire che si fa una logica al massimo ribasso, vuol dire che si mettono in discussione i contratti, i diritti delle persone, vuol dire che non sei in grado di garantire la sicurezza e questo non vuol dire accelerare i cantieri, questo vuol dire mettere a repentaglio la vita delle persone che lavorano e vuol dire fare una concorrenza sleale tra le imprese”.) Per molti va di moda il “premio a quelli che fanno/producono”… ma il verbo dovrebbe sempre reggere un complemento oggetto. Fare danni (o rischiare di farli) non è forse qualcosa di diverso dal …fare?
Il protocollo d’intesa firmato il 29 marzo 2023 dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro e dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro in materia di Asseverazione di conformità dei rapporti di lavoro sottoscritti alla normativa retributiva, contributiva (ASSE.CO.) e di Tutela della Legalità. Per la verità intese del genere – secondo quanto si sostiene dal Ministero – sono presenti da tempo, firmate da predecessori dell’attuale Ministro Calderone, anche se non è forse inutile ricordare che quest’ultima, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei consulenti del Lavoro dal 2005 al 2022, aveva in quella veste sottoscritto nel 2009 un Protocollo d’Intesa con l’allora ministro Sacconi (con testo più ristretto ma in vari aspetti analogo).
Il recente Protocollo si occupa (art. 1) di “disciplinare rapporti e attività di interesse dell’INL e del Consiglio dell’Ordine dei consulenti del Lavoro”. Tra i 14 interessanti articoli, citiamo l’art. 8 (“Svolgimento delle verifiche ispettive”): “…l’INL provvederà a sollecitare il personale ispettivo affinchè le verifiche di competenza siano effettuate, laddove possibile, in presenza del professionista incaricato nonché con minor turbativa possibile all’attività produttiva…”. Nel Protocollo del 2009 in verità c’era già la preoccupazione di “non turbare l’attività produttiva”;questa volta si aggiunge l’interessante sollecito al personale dell’INL ad attuare le verifiche “in presenza del professionista incaricato”.
Nessun commento, salvo forse l’accenno alla “stranezza” (?) di mettere insieme controllori e controllati….
Anche su questo provvedimento si sta levando qualche voce, persino dall’interno dell’INL, che del resto sembra soggetto a …novità (corre voce di una sua chiusura – o trasformazione – per divenire “semplicemente” una direzione del ministero).
C’è altro? Forse, magari anche decisioni/provvedimenti che non conosciamo, senza entrare qui nel merito di quel che sta avvenendo sull’utilizzo del PNRR, che – peraltro sulla scia di quanto iniziato con il precedente governo – sembra andare verso lidi davvero poco confortanti.
Ma quelli sopra segnalati sono indizi evidentemente molto preoccupanti per le sorti della prevenzione, e in particolare per quelle della salute dei lavoratori e dell’eguaglianza nei diritti. Mala tempora currunt.
7 risposte
Credo che abbia ragione Landini: la recente riforma degli appalti produrrà una raffica di infortuni in edilizia come non si vedeva da tempo. Si tratta purtroppo di una profezia facile.
Quanto agli inviti rivolti al personale INL, penso che se si continua di questo passo l’attività ispettiva verrà definitivamente abolita e sostituita con le autocertificazioni delle ditte piccole e grandi.
Forse è l’ora di fare qualcosa
Come non condividere questi rilievi, fin troppo benevoli, ai tre provvedimenti citati che, insieme ad atteggiamenti dichiarazioni comportamenti di esponenti qualificati delle forze politiche attualmente al governo, costituiscono tra l’altro alcuni momenti di una sistematica erosione del complessivo assetto costituzionale del nostro Paese con un attacco costante ai diritti ed una accentuazione (se mai ve ne fosse bisogno) delle enormi diseguaglianze da tempo esistenti.
Non so se come cittadini consapevoli e non indifferenti avremo la forza di resistere all’avanzare di un disegno così pericoloso per la democrazia, così come quello ormai già chiaramente tratteggiato da chi ci governa essendo stato eletto dalla maggioranza di quella significativa minoranza di votanti.
Trovo molto opportuno l’intervento, soprattutto perché gli “indizi” rischiano di sfuggire a più distratti e soprattutto ai giovani colleghi. Poi è importante ricordare queste scelte del governo, soprattutto in occasione della prossima serie di infortuni mortali, quando le autorità dovranno fingere di indignarsi e invocare “più controlli”. Quando pochi mesi fa alcuni di noi gridavano contro il rilancio dell’INL pochi ci hanno ascoltato, compresi i ministri dell’epoca (Speranza e Orlando) i partiti “democratici e di sinistra” e anche il sindacato. Sarebbe bene che i nostri “campioni” facessero qualche riflessione
condivido pienamente
l’esigenza prioritaria è quella di una ‘larga mobilitazione’
le 3 assemblee nazionali promosse da cgil cisl e uil, mi sembrano un po’ poco …
Concordo con le preoccupazioni dell’articolo, in particolare sono molto preoccupato per la parte che riguarda il nuovo codice appalti. Ancora una volta viene accantonato il merito, inoltre si apre una stagione dove diventa ancora più facile esternalizzare il rischio in azienda quando viene rilevato verso aziende e contratti più deboli.
La preoccupazione non è solo per la prevenzione negli ambienti di lavoro ma per la qualità complessiva della vita in Italia. I danni da lavoro, ho sempre pensato, sono proporzionati al loro grado di accettazione sociale, cioè a quanti morti, feriti, ammalati la nostra Società è disposta ad accettare. Nel momento in cui il profitto diventa l’unico riferimento di sviluppo, la prevenzione, ma anche il welfare e i diritti delle minoranze in particolare, crollano.
Non ho ricette certe per contrastare questo andamento. L’unica idea, flebile, è un sussulto di orgoglio nella popolazione, stimolato da qualche movimento politico o sindacale in grado di riaccendere la passione su questi temi.
Condivido in pieno l’analisi: Mala tempora currunt . Il codice appalti è il rivelatore della “cultura” d’azienda e del lavoro del governo. I due Protocolli tra INL e Consulenti del lavoro danno la piena misura su quale sia il “progetto” di società che costoro hanno in mente con la privatizzazione della programmazione di funzioni dello Stato come vigilanza e ispezioni da subordinare ad un rapporto con una corporazione di professionisti che non garantiranno nulla. La mission rimane quella di fare chiarezza su ogni atto di questo governo e denunciare la deriva verso una radicale deregulation dove beni costituzionalmente protetti come salute e istruzione saranno abbandonati e lasciati alle regole di un mercato selvaggio .