NOI SIAMO
QUELLI CHE...

Pensano che le informazioni sullo stato di salute delle persone e delle comunità, sulle malattie e gli infortuni, sulle cause di entrambi...costituiscano una premessa indispensabile per fare prevenzione;
Offrono alle istituzioni, ai corpi intermedi della società...valutazioni, proposte, azioni di informazione e formazione con l'intento di partecipare...;
Non hanno conflitti di interesse...per cui sono liberi di dire ciò che pensano
Comunicano in modo trasparente...
Non hanno tra gli obiettivi prioritari la difesa di categorie o di singole figure professionali...
Cercano un continuo confronto con le altre Società scientifiche che operano nel mondo della prevenzione...
Non hanno mai smesso di credere nella necessità di un sistema pubblico di prevenzione diffuso in tutto il paese, in grado di garantire il diritto alla salute e di contrastare le diseguaglianze.
Pensano che la solidarietà e la partecipazione siano ancora valori indispensabili.
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Infortuni sul lavoro e malattie professionali: non sono numeri, ma persone!

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Nel panorama recente sui “nostri” temi, è difficile trovare posizioni o documenti entusiasmanti o anche solo largamente condivisibili. Purtroppo anche le organizzazioni sindacali negli ultimi anni hanno avuto i loro “alti e bassi”, in una condizione peraltro complessivamente alquanto difficile.

In ogni modo l’iniziativa dell’appello che pubblichiamo è interessante, a maggior ragione vista la pochezza e la superficialità di contenuti su questi temi nei programmi di quasi tutte le forze politiche.

Va segnalato tra l’altro che almeno questo appello (fortunatamente unitario tra le 3 organizzazioni) non parla “solo” di vigilanza e di ispezioni ma propone tavoli di confronto complessivo tra (almeno) parte dei soggetti competenti e  “addirittura” di inserire la salute e sicurezza sul lavoro nei programmi scolastici.

Non ci è noto se qualcuno sta raccogliendo o raccoglierà questo appello, l’auspicio è che CGIL-CISL-UIL proseguano in queste proposte/richieste anche dopo il 25 settembre.

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Una risposta

  1. Come era prevedibile, infortuni sul lavoro e malattie professionali sono state/i appena un po’ sbandierate/i come un tema identitario in prossimità delle elezioni politiche e poi sono tornate/i nell’ombra percettiva tranne che in contesti di nicchia. Impegni strategici e azioni politiche di grande respiro (a partire dalla garanzia di quelle informazioni che servono per “sapere per prevenire”) poche/i, salvo che nell’alveo di un Piano Nazionale della Prevenzione 2020-25 meno conosciuto e meno attuato di quanto sarebbe necessario. Ora potrebbe esserci qualche nuovo spunto per prendere in mano entrambi i temi, voler comprendere sulla base degli elementi disponibili e della consapevolezza di dove stiano i vuoti informativi, cercare di apprendere laddove i dati si può andare a trovarli, condividerli, discutere, partecipare… La recentissima pubblicazione dell’undicesimo report INAIL – Regioni e Province Autonome suli risultatidel sistema di sorveglianza MAL PROF rende quasi obbligatorio chiedersi delle cose. Ma davvero il Servizio Sanitario Pubblico del nostro Paese sa, oggi, così poco di qualcosa come l’assieme delle malattie professionali? Sarà mica il caso di provare a saperne di più? (se no, come si fa a decidere, fare in modo mirato, prevenire, promuovere la salute?)

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