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QUELLI CHE...

Pensano che le informazioni sullo stato di salute delle persone e delle comunità, sulle malattie e gli infortuni, sulle cause di entrambi...costituiscano una premessa indispensabile per fare prevenzione;
Offrono alle istituzioni, ai corpi intermedi della società...valutazioni, proposte, azioni di informazione e formazione con l'intento di partecipare...;
Non hanno conflitti di interesse...per cui sono liberi di dire ciò che pensano
Comunicano in modo trasparente...
Non hanno tra gli obiettivi prioritari la difesa di categorie o di singole figure professionali...
Cercano un continuo confronto con le altre Società scientifiche che operano nel mondo della prevenzione...
Non hanno mai smesso di credere nella necessità di un sistema pubblico di prevenzione diffuso in tutto il paese, in grado di garantire il diritto alla salute e di contrastare le diseguaglianze.
Pensano che la solidarietà e la partecipazione siano ancora valori indispensabili.
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Oltre la rete: e-book su salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale

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Tempo di lettura: 3 minuti

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Questo interessante e-book sul lavoro, i rischi, i danni, con indicazioni per la prevenzione, nel settore della pesca professionale, arriva in un momento in cui nei nostri (e non solo nostri, ovviamente) mari, specie in quelli meridionali, i pescatori non hanno “a che fare” solo con il loro abituale oggetto/obiettivo, i pesci, ma anche con tanti altri reperti che capitano nelle loro reti: plastica, oggetti vari “non vivi”, non raramente ordigni bellici e infine, ormai da anni e sempre più frequentemente, i resti di esseri umani derivanti dalla mattanza che le migrazioni comportano, nel prevalente silenzio di molti se non nelle “lacrime di coccodrillo” di alcuni e nella pietà di pochi. Si dirà:  che c’entra?  Chissà, forse non c’entra (?) ma è bene non dimenticare.

Per il resto, l’e-book è efficacemente presentato dal principale autore nel testo che segue.

 

OCCUPIAMOCI ANCHE DELLA PESCA PROFESSIONALE!

Sentiamo parlare in maniera crescente di infortuni sul lavoro con un interesse istituzionale e mediatico che procede ad ondate, giustificato da un’onda emotiva che giustamente considera inconcepibile qualsiasi morte sul lavoro ma che non tiene nemmeno in debita considerazione il reale andamento statistico epidemiologico di questi eventi. Chi opera nei Servizi Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro delle ASL è consapevole del fatto che questi eventi continuano a verificarsi in maniera preoccupante e con un’incidenza maggiormente significativa in alcuni comparti lavorativi (e in questi, prevalentemente con modalità ricorrenti). Siamo quindi abituati a riscontrare eventi gravissimi o mortali perlopiù in edilizia e in agricoltura (ma ovviamente altri comparti come manifatturiero, metalmeccanica, ecc. assicurano il loro triste tributo).

Discorso differente deve invece essere fatto per le malattie professionali i cui riconoscimenti non sono ancora pari all’atteso e in cui prevalgono ancora (probabilmente in maniera esagerata) le patologie dell’apparato muscolo scheletrico mentre, tra tutti, risultano significativamente carenti i riconoscimenti dei tumori professionali. Anche in questo caso, però, i comparti lavorativi da cui ricorrono con maggiore frequenza le denunce sono gli stessi richiamati per gli infortuni sul lavoro.

Tra le varie considerazioni che possono essere effettuate, vi è anche l’osservazione che ci sono ambiti lavorativi che sembrano essere particolarmente silenti, come se (anche a fronte di rischi lavorativi particolarmente elevati) non si verifichino infortuni sul lavoro o malattie lavoro correlate se non in maniera particolarmente esigua. Di conseguenza, in questi settori l’attenzione rivolta dalle istituzioni è sicuramente meno significativa e le azioni di prevenzione attuate risultano meno frequenti.

Tra tutti, il comparto della pesca professionale è tra i meno conosciuti pur assicurando un posto di lavoro a più di 17.000 operatori e pur rappresentando un settore particolarmente significativo nella filiera alimentare. Occorrerebbe, al contrario, approfondirne la conoscenza, sia per individuare a fini preventivi le principali criticità che per favorire l’emersione di infortuni e malattie professionali che per le specificità del comparto rimangono al contrario sottaciuti.

Con questo obiettivo, la Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP), di cui la SNOP è socio fondatore e alle cui iniziative contribuisce costantemente, ha inteso arricchire la propria collana di E-Book dedicandone uno all’approfondimento di questo complesso mondo (senza alcuna ambizione di esaustività), tanto misconosciuto e trascurato. È quindi stato appena reso disponibile gratuitamente per tutti gli interessati l’E-book sulla pesca, dal titolo “Oltre la rete: salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale”, che ho curato insieme a Susanna Cantoni, Enrico Cigada e Lalla Bodini e che raccoglie interessanti contributi di numerosi colleghi che hanno studiato il comparto.

Nell’E-Book, oltre ad una stimolante introduzione di tipo storico letterario, viene illustrata, tra l’altro, una normativa di settore incompleta, priva dei regolamenti applicativi e non dialogante sui temi della sicurezza con il D.Gsl. 81/08; vengono descritte le più frequenti tipologie di pesca delle marinerie italiane; vengono illustrati i principali rischi lavorativi a bordo dei motopescherecci con descrizione anche dei rischi per la salute (e un focus per la prevenzione delle patologie dell’apparato muscolo scheletrico); vengono descritti i principali Piani Mirati di Prevenzione, realizzati o in corso, dedicati a questo comparto; viene descritto il più moderno approccio per prevenire infortuni mortali per quello che rappresenta una dei principali rischi a bordo dei motopescherecci: la caduta di uomo in mare.

Non si tratta, come potrebbe apparire, di un testo solo di nicchia in quanto molte delle considerazioni e delle esperienze che vi sono contenute sono estendibili anche ad altri comparti.

È possibile scaricare gratuitamente l’E-book dalla home page del portale della CIIP (www.ciip-consulta.it).

Giorgio Di Leone

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