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QUELLI CHE...

Pensano che le informazioni sullo stato di salute delle persone e delle comunità, sulle malattie e gli infortuni, sulle cause di entrambi...costituiscano una premessa indispensabile per fare prevenzione;
Offrono alle istituzioni, ai corpi intermedi della società...valutazioni, proposte, azioni di informazione e formazione con l'intento di partecipare...;
Non hanno conflitti di interesse...per cui sono liberi di dire ciò che pensano
Comunicano in modo trasparente...
Non hanno tra gli obiettivi prioritari la difesa di categorie o di singole figure professionali...
Cercano un continuo confronto con le altre Società scientifiche che operano nel mondo della prevenzione...
Non hanno mai smesso di credere nella necessità di un sistema pubblico di prevenzione diffuso in tutto il paese, in grado di garantire il diritto alla salute e di contrastare le diseguaglianze.
Pensano che la solidarietà e la partecipazione siano ancora valori indispensabili.

Efficacia di un programma di prevenzione integrato per i rischi professionali legati al calore

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L’esperienza dello SPRESAL di Civitavecchia in un lavoro scientifico.

Riteniamo doveroso segnalare questo interessante lavoro scientifico di descrizione e di analisi della effectiveness di un piano mirato di prevenzione attuato nel 2024 dallo SPRESAL di Civitavecchia (ASL Roma4), pubblicato sul Giornale Italiano di Psicologia e Medicina del Lavoro (GIPMEL) con il titolo: “Effectiveness of an integrated prevention program for occupational heat-related risks: A descriptive study in Italy”. Gli autori sono Angelo Sacco, Angela Anna Cramarossa, Livia Ferri, Ines Piccari, Virna Pisciottano.

L’articolo bene descrive le fasi dell’intervento, condotto nel quadro del Piano Regionale di Prevenzione della Regione Lazio (“Piano mirato regionale di prevenzione dei rischi lavorativi da alte temperature”. Determinazione regionale n. G08882 del 03/07/2024), dall’assistenza, alla supervisione fino controlli attraverso ispezioni sul campo per verificare non solo il rispetto delle norme ma anche valutare l’impatto delle attività di assistenza.

L’intervento ha coinvolto 131 imprese di vari settori produttivi e 230 medici competenti; trentacinque stakeholder hanno seguito un webinar di formazione. I controlli, a campione, che hanno riguardato 47 aziende, con un totale di 375 occupati hanno evidenziato una compliance del 96% verso le misure indicate.

“I risultati confermano che un approccio integrato, basato su assistenza, supervisione e verifica dell’efficacia, può migliorare significativamente la conformità normativa e la consapevolezza dei rischi climatici nei settori lavorativi ad alto rischio.”

 

Si veda anche l’editoriale:

Angelo Sacco, Ilaria Capitanelli: Extreme heat and worker safety: Strategies for a data-driven and economically resilient response to climate change

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