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Pensano che le informazioni sullo stato di salute delle persone e delle comunità, sulle malattie e gli infortuni, sulle cause di entrambi...costituiscano una premessa indispensabile per fare prevenzione;
Offrono alle istituzioni, ai corpi intermedi della società...valutazioni, proposte, azioni di informazione e formazione con l'intento di partecipare...;
Non hanno conflitti di interesse...per cui sono liberi di dire ciò che pensano
Comunicano in modo trasparente...
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Cercano un continuo confronto con le altre Società scientifiche che operano nel mondo della prevenzione...
Non hanno mai smesso di credere nella necessità di un sistema pubblico di prevenzione diffuso in tutto il paese, in grado di garantire il diritto alla salute e di contrastare le diseguaglianze.
Pensano che la solidarietà e la partecipazione siano ancora valori indispensabili.

La nascita dei primi SMAL in Lombardia

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Un contributo di Lalla Bodini del 1997

Il testo che è pubblicato qui rappresenta uno dei capitoli del noto libro “Per una storiografia italiana della prevenzione occupazionale e ambientale” che Antonio Grieco e Pier Alberto Bertazzi curarono e pubblicarono nel 1997 presso Franco Angeli Editore, Milano (Pagine: 480 – ISBN: 9788846404596, oggi esaurito) e che raccoglieva i contributi, tra gli altri, di Giovanni Berlinguer, Benedetto Terracini, Alberto Baldasseroni, Franco Carnevale, Gaetano M. Fara, Giorgio Cosmacini. presentati a Milano, il 16 gennaio 1996 al Seminario Fondativo dell'”International Network for the History of Occupational and Environmental Prevention” (oggetto di ricerca finanziata dall’ISPESL.)
Lalla Bodini vi ripercorre le condizioni storiche e sociopolitiche, che favorirono – accanto e dentro i movimenti delle lotte operaie e delle contestazioni studentesche che interessavano tra l’altro tutta la medicina – la nascita e lo sviluppo in alcune Regioni del Centro-Nord dei servizi territoriali di medicina del lavoro, che in Lombardia si chiameranno SMAL (Servizi di Medicina per gli Ambienti di Lavoro).
Il testo entra poi nel dettaglio soprattutto delle innovative metodologie di lavoro dei Servizi, basate sulle mappe di rischio, sull’indagine globale e sulle indagini di comparto e sulla partecipazione e sul protagonismo dei lavoratori, grazie anche alla viva interlocuzione con le organizzazioni sindacali territoriali e di fabbrica. È la metodologia dell’indagine globale
di comparto che secondo Bodini rende la metodologia di lavoro dei primi SMAL affine a quella delle origini della medicina del lavoro che lei fa risalire a quell’approccio globale al “mestiere”, letto in maniera integrata, che era stato di Ramazzini.
Nel capitolo viene tracciata anche la ricca storia dei due decenni precedenti (1977-1997), in cui i Servizi territoriali di prevenzione e controllo, anche grazie a SNOP, hanno potuto affermare con forza il loro ruolo istituzionale e accreditarsi come attori fondamentali nel quadro della prevenzione, fino all’avvio della stagione del recepimento delle direttive europee che trovò comunque i Servizi bene preparati e pronti alle numerose novità che le normative introducevano.

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