NOI SIAMO
QUELLI CHE...

Pensano che le informazioni sullo stato di salute delle persone e delle comunità, sulle malattie e gli infortuni, sulle cause di entrambi...costituiscano una premessa indispensabile per fare prevenzione;
Offrono alle istituzioni, ai corpi intermedi della società...valutazioni, proposte, azioni di informazione e formazione con l'intento di partecipare...;
Non hanno conflitti di interesse...per cui sono liberi di dire ciò che pensano
Comunicano in modo trasparente...
Non hanno tra gli obiettivi prioritari la difesa di categorie o di singole figure professionali...
Cercano un continuo confronto con le altre Società scientifiche che operano nel mondo della prevenzione...
Non hanno mai smesso di credere nella necessità di un sistema pubblico di prevenzione diffuso in tutto il paese, in grado di garantire il diritto alla salute e di contrastare le diseguaglianze.
Pensano che la solidarietà e la partecipazione siano ancora valori indispensabili.

Di nuovo, armarsi?

Condividi con:

Facebook
Twitter
WhatsApp
Email
Stampa

Tempo di lettura: 2 minuti

Tempo di lettura: 2 minuti

Pubblichiamo, con il suo consenso, la lettera che abbiamo ricevuto nei giorni scorsi da  Pirous Fateh Moghadam, coordinatore del gruppo di lavoro AIE sulla promozione della pace, con il quale abbiamo condiviso come SNOP il lavoro per l’appello alla promozione della pace che lui aveva condotto (https://snop.it/il-diritto-universale-alla-salute-richiede-la-pace-e-rifiuta-la-guerra/; https://epiprev.it/notizie/il-diritto-universale-alla-salute-richiede-la-pace-e-rifiuta-la-guerra).

SNOP ha firmato, con convinzione, la dichiarazione dell’International Union of Scientists contro il riarmo europeo (primo firmatario Carlo Rovelli) a cui la lettera rimanda. Troviamo che diverse cose non tornino nelle argomentazioni che vengono ora portate a favore del “riarmo” europeo. In particolare, il nostro pensiero va a tutte le giustificazioni legate agli “inderogabili” vincoli dei bilanci economico-finanziari nazionali che hanno sostenuto in questi anni i tagli alla salute, all’assistenza sociale, alla tutela dei diritti dei cittadini e a molto altro ancora e che ora, invece, si sciolgono come neve al sole di fronte all’esigenza della difesa armata.

 

 

“Care colleghe e cari colleghi,

 

sperando di fare cosa gradita vi segnalo che a questo indirizzo trovate una dichiarazione dell’International Union of Scientists contro il riarmo europeo (primo firmatario Carlo Rovelli) di recente pubblicazione (14 marzo).

 

Scientists are uniting to voice against the recent proposal to rearm the European Union. They have released “Scientists against rearmament – A manifesto” and are calling on scientists, engineers, medical professionals, mathematicians, scholars, and the broader science community to support their stance.

 

Ho firmato l’appello in qualità di coordinatore del gruppo di lavoro di promozione della pace dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE). Ha firmato anche Carla Ancona, la presidente dell’AIE.

 

Colgo l’occasione di attirare la vostra attenzione anche sulla dichiarazione  che come AIE, insieme a trentina di altre società scientifiche italiane di area sanitaria, avevamo rilasciato a cavallo tra il 2023/2024 e che non ha perso, purtroppo, in attualità e importanza rispetto all’anno scorso (e che rimane aperta alla firma). La nostra iniziativa era stata ripresa anche dal Lancet (qui la lettera (Lancet, 23.3.2024) .

 

A proposito del ReArm Europe Plan dell’UE va aggiunto che la preparazione alla guerra non ha mai garantito la pace o la sicurezza. Abbiamo a disposizione l’esperienza di molti secoli di storia umana per verificare l’efficacia della deterrenza militare come mezzo per garantire la pace. Se vis pacem para bellum è una massima che risale al IV secolo ed è diventata molto popolare intorno al 1473, anno della prima stampa dell’opera di Vegezio, Epitoma rei militaris, nella quale è contenuta.

 

Da allora i politici militaristi la usano per promuovere la loro agenda bellicista adducendo motivazioni di garanzia di pace e di sicurezza per creare consenso per aumentare le spese per gli armamenti (e a discapito di quelle per promuovere salute, istruzione, benessere). Nei sei secoli che sono trascorsi da allora non ha mai funzionato. Al contrario: il riarmo e gli investimenti crescenti nell’industria militare solitamente precedono lo scoppio di guerre che notoriamente hanno poi impatti devastanti sulla salute pubblica che noi, in qualità di operatori sanitari, abbiamo il compito di proteggere e di promuovere.

 

Pirous Fateh Moghadam

Se lo desideri, sostienici con una donazione

ULTIMI ARTICOLI

RIMANI AGGIORNATO

Lascia un commento