Il 13 marzo 1987, nel cantiere privato dell’impresa Mecnavi a Ravenna, scoppiava un incendio a bordo della nave gasiera Elisabetta Montanari. I fumi generati provocavano la morte di 13 operai impegnati in lavori di manutenzione all’interno della stiva.
Vogliamo ricordarne qui i nomi: Filippo Argnani, Marcello Cacciatori, Alessandro Centioni, Gianni Cortini, Massimo Foschi, Marco Gaudenzi, Domenico Lapolla, Mohamed Mosad, Vincenzo Padua, Onofrio Piegari, Massimo Romeo, Antonio Sansovini, Paolo Seconi
Una tragedia legata a cause che ancora oggi troviamo alla base di infortuni gravi e mortali, anche nel recente caso del cantiere Esselunga di Firenze: lavoro precario, povero, senza misure di sicurezza, senza formazione. senza diritti; appalti a cascata. Oggi, a distanza di 37 anni, e in particolare nel settore delle costruzioni, le condizioni di lavoro (la sicurezza del lavoro e sul lavoro, la sua organizzazione e la garanzia dei diritti) alla base della tragedia di Ravenna continuano a riproporsi e ad uccidere.
Nel gennaio 2020, la determinazione a mantenerne vivo il ricordo dell’Ing. Umberto Laureni – uno dei periti di parte civile che avevano partecipato alla ricostruzione delle cause e delle dinamiche dell’evento – ha portato alla messa in scena (con il copione e la regia di Leandro Lucchetti) a Trieste dello spettacolo teatrale “Telefonano che c’è un incendio su una nave”.
Proprio per ricordare e riflettere, pubblichiamo qui i link alla presentazione dello spettacolo youtu.be/
alla sua registrazione youtu.be/
e ad un recente articolo che ricorda l’evento www.diario-