Il 1° luglio 2024 la Regione Emilia-Romagna ha emesso la delibera n. 1320* con la quale si è approvato il documento dedicato alla “Implementazione di ambulatori specialistici di Medicina del Lavoro nel contesto della rete delle Case delle Comunità”.
La cosa potrebbe essere letta come un mero esercizio di razionalizzazione di un’offerta pubblica di particolari prestazioni sanitarie, che ad oggi perfino in Emilia-Romagna risultano “a macchie di leopardo”, sia per i percorsi di accesso, sia soprattutto per i contenuti. L’offerta copre tutte le malattie professionali o meno? copre gli esposti e/o gli ex-esposti ad amianto (ed eventualmente anche ad altri cancerogeni per cui potrebbe aver senso una sorveglianza sanitaria ad hoc)? copre i pazienti con i tumori di possibile origine professionale di cui all’art. 244 del Dlgs 81/08? La delibera dice chiaramente che ad oggi sono disomogenei sia i percorsi di accesso sia i destinatari degli ambulatori di Medicina del Lavoro in capo dai Servizi PSAL del territorio Regionale. Senz’altro è corretto ed equo (nonché equitativo) che quanto meno tutti i cittadini di una Regione abbiano le medesime opportunità.
Ma, a leggerla con attenzione, la delibera ha un respiro molto ampio, che va bene oltre le pur importanti necessità di “fare ordine”. Intanto dice che il Servizio Sanitario Pubblico offre prestazioni specialistiche di Medicina del Lavoro garantite dal Personale dei Servizi PSAL con logistica integrata nella rete territoriale delle Case delle Comunità: vuol dire che si sono fatte delle scelte politiche e strategiche niente affatto scontate. Poi viene detto che l’accesso dovrà avvenire tramite impegnativa del Medico di Medicina Generale e, per alcune tipologie prestazionali (non tutte…), avverrà senza partecipazione alla spesa da parte dell’assistito: e anche questa è una scelta politica e strategica. Qualora da questa attività ambulatoriale emergesse la necessità di ulteriori prestazioni specialistiche, ciò avverrà a seguito di pagamento del “ticket”: vedi sopra.
Da segnalare infine che, delle tre tipologie di prestazioni in capo a questi ambulatori, una si integra anche con la rete dei Registri dei Tumori Professionali di cui all’art. 244 del Dlgs 81/08.
Insomma, una novità vera che apre scenari importanti riguardo ai quali sarà interessante ragionare e confrontarsi… e poi anche “fare”.
*) “Approvazione del documento “Implementazione degli ambulatori specialistici di medicina del lavoro di cui alla D.G.R. n. 1410/2018, nell’ambito della rete delle case di comunità, con definizione dei percorsi ambulatoriali finalizzati a uniformare l’accesso e l’oggetto delle prestazioni e mirati alla promozione di un modello integrato di assistenza sanitaria ambulatoriale finalizzata all’emersione delle patologie occupazionali“.