Le note che Katia Dalle Molle ha redatto e che volentieri pubblichiamo più sotto, ci permettono di segnalare il prezioso lavoro che, con la pubblicazione di questo e-book (qui il download), ha svolto dal Gruppo di lavoro della Consulta Interassociativa per la Prevenzione (CIIP) dedicato alla promozione della salute e a cui hanno contribuito anche alcuni soci SNOP.
Negli ultimi decenni il mondo del lavoro ha assistito a molteplici cambiamenti che hanno interessato in particolare fattori economici, sociali, tecnologici, culturali e ambientali, determinando importanti ripercussioni all’interno delle imprese e portando a ripensare non solo le strategie, i modelli organizzativi e i processi lavorativi ma anche il rapporto con le “risorse umane”. In tale contesto, si è sempre più manifestata la tendenza a rivedere le politiche di welfare aziendale, con l’obiettivo di consolidare il senso di appartenenza dei lavoratori, migliorare il clima aziendale e le condizioni socio-culturali e socio-economiche dei lavoratori, e incoraggiare uno stile di vita salutare.
In questo ambito, il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-25 ha individuato l’ambiente di lavoro quale setting prioritario per attuare programmi di promozione della salute rivolti ai lavoratori e finalizzati all’equità sociale e di salute, anche in considerazione della sempre più alta concentrazione di persone di varia identità socio-demografica, su cui pesano diseguaglianze di salute spesso non facilmente raggiungibili attraverso altri canali. Obiettivo prioritario di questi programmi diventa la riduzione del “carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili”, che incide pesantemente in termini di salute della popolazione generale.
Il Programma Predefinito PP3 del PNP, esclusivamente dedicato ai “luoghi di lavoro che promuovono salute”, mette in primo piano il contesto aziendale come setting privilegiato in cui realizzare interventi finalizzati a ridurre il carico delle malattie croniche che, in una popolazione lavorativa che sta invecchiando, ha ricadute sempre più importanti in termini di capacità lavorativa o di idoneità alla mansione dei lavoratori oltre che di costi per i lavoratori stessi, per le aziende e per la società. I crescenti rischi di tali malattie sono principalmente (anche se non solo) riconducibili a scorretti stili di vita e si è reso evidente, negli anni, che la promozione della salute debba coinvolgere diversi setting (e in particolare il mondo del lavoro), secondo un approccio intersettoriale, per poter creare ambienti favorevoli all’adozione di scelte salutari. Il modello di WHP (Workplace Health Promotion) raccomandato dall’OMS prevede la messa in campo di azioni partecipate, capaci di coinvolgere i lavoratori e specificatamente dirette ai fattori di rischio comportamentali, promuovendo allo stesso tempo un invecchiamento attivo e in buona salute attraverso cambiamenti organizzativi da realizzare nel contesto aziendale dove i lavoratori trascorrono la maggior parte del proprio tempo, interagendo tra loro e condizionandosi vicendevolmente.
Come evidenziato in questo e-book, curato dal Gruppo di lavoro della CIIP coordinato dal suo attuale presidente, Gilberto Boschiroli, già a partire dagli anni Settanta, diverse realtà aziendali italiane hanno realizzato interventi di promozione della salute e del benessere dei lavoratori. Nel corso degli anni, l’interesse per questo tema è andato via via crescendo e arricchendosi di numerose pubblicazioni scientifiche e iniziative istituzionali: dal Programma nazionale “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari” ai Piani Nazionali della Prevenzione, che dal 2014 hanno inserito tra i macro-obiettivi la WHP, fino all’ultimo aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) del 2017, in cui la promozione della salute riveste un ruolo sempre più “istituzionale” all’interno dei servizi di sanità pubblica.
Arrivando ai giorni nostri, l’attuale PNP 2020-25 prevede, per la prima volta rispetto ai Piani precedenti, uno specifico programma dedicato alla promozione della salute nei luoghi di lavoro (il PP3). Diventa quindi necessario attuare, a livello nazionale, azioni coordinate e condivise tra le Regioni in tema di WHP, basate su Buone Pratiche di provata efficacia. È in questo contesto che si inserisce l’esperienza (presentata nell’e-book) della Regione Lombardia che, già nell’ambito del Piano Regionale Prevenzione 2010-2014, ha avviato con successo il Programma “Luoghi di lavoro che promuovono salute”, fondato sul modello WHP raccomandato dall’OMS. La Regione Lombardia è stata, inoltre, capofila del Progetto “Supporto all’implementazione in realtà regionali italiane della Rete di Promozione della Salute sui Luoghi di Lavoro (Rete WHP)” che il Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) ha finanziato nel 2018, al fine di implementare il Programma sul territorio nazionale. Il Manuale per l’implementazione del Programma “Luoghi di lavoro che Promuovono Salute – Rete WHP” prodotto nell’ambito del progetto, rappresenta uno strumento utile per tutte le regioni italiane al fine di attuare azioni uniformi sul territorio nazionale in coerenza con quanto previsto dal Programma predefinito PP3.
Allo stato attuale, molte regioni italiane hanno avviato o stanno avviando programmi di promozione della salute nei luoghi di lavoro, coerenti con il PNP 2020-2025. Ancora poche però sono le aziende che hanno attuato concrete iniziative in tema di WHP, con particolare difficoltà per le piccole aziende in cui i datori di lavoro faticano a comprendere i vantaggi a lungo termine di tali interventi, quali riduzione dell’assenteismo, aumento della produttività, diminuzione dei costi legati agli infortuni, alle malattie professionali e all’assistenza sanitaria.
In tal senso, le esperienze e le buone pratiche, riportate in questo e-book, potranno costituire, per i professionisti del settore della prevenzione e per le aziende, uno strumento utile per approfondire e comprendere l’importanza degli interventi di WHP e per attivare o incrementare azioni efficaci e strutturali finalizzate a promuovere la salute dei lavoratori nell’ottica del “Total Workers Health”, uno stato di salute garantito non solo da un’adeguata prevenzione dei rischi lavorativi, che è condizione indispensabile, ma anche attraverso un approccio più ampio che affronta l’insieme dei determinanti di salute (personali, comportamentali, sociali, alimentari, voluttuari ecc.) nella vita di chi lavora, tenendo anche conto del loro inestricabile intreccio con quelli lavorativi.
Katia Dalle Molle