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Pensano che la solidarietà e la partecipazione siano ancora valori indispensabili.

Cinque interessanti percorsi di lettura degli Open Data INAIL

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Tempo di lettura: 2 minuti

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 Un documento della CIIP

La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP) ha da tempo messo a disposizione un software che facilita la lettura degli Open Data INAIL sugli infortuni e le malattie professionali e che permette a chiunque dei soggetti interessati (dai cittadini alle associazioni, ai patronati ai centri di ricerca) di “elaborare autonomamente i dati per estrarre informazioni per proprie finalità, senza fermarsi alle tabelle, spesso generiche, disponibili online”.

La CIIP ha da poco pubblicato un documento a firma di Battista Magna, Giovanni Falasca, Susanna Cantoni e Laura Bodini (vedi link, sotto), molto importante e ricco di informazioni, che peraltro sono solo un esempio di quelle che possono essere estratte dagli Opendata con questo strumento.

Anticipiamo, per far prospettare appieno le potenzialità dello strumento, un assaggio del documento nel suo insieme con alcune delle interessanti risultanze che vengono fatte emergere da una lettura accurata e ragionata dei dati:

  • la significativa differenza di riconoscimento da parte di INAIL delle diverse tipologie di infortuni: ad esempio, mentre il riconoscimento di infortuni in occasione di lavoro senza mezzo di trasporto si aggira intorno al 65%, quello gli infortuni in occasione di lavoro con mezzo di trasporto è intorno al 81%.
  • L’elevata quota di mancato riconoscimento degli infortuni mortali: dei 1.187 infortuni mortali denunciati nel 2023, è stato riconosciuto il 52% e di questi solo il 25% erano quelli accaduti nei luoghi di lavoro. Il mancato riconoscimento per il 70% dei casi viene riferito alla non riconducibilità della morte all’evento. E questo nonostante le approfondite indagini svolte dagli organi di vigilanza?
  • Il paradosso della riduzione della quota di malattie riconosciute da INAIL a fronte di un aumento delle denunce.
  • La grande disomogeneità territoriale delle denunce di MP ma le altrettante difformità che risultano nella quota di riconoscimento da parte di INAIL (dal 20 al 60% anche tra province della stessa Regione).
  • Le stesse difformità nel riconoscimento delle MP si riscontrano nei mesoteliomi, dove si possono osservare disparità notevoli tra sedi territoriali INAIL vicine e fanno anche emergere forti perplessità riguardanti i criteri medico-legali di riconoscimento del danno da lavoro.
  • Gli Autori, “denunciano una fallacia sistematica nella stima della percentuale di riconoscimento dei mesoteliomi da parte di Inail” che viene riportata pari al 82% mentre essa risulterebbe dai dati pari al 65% dei casi, ponendo diversi interrogativi sulla giustizia dei criteri di accertamento della malattia e di riconoscimento dell’esposizione al rischio.
  • Analoghi ma più preoccupanti ragionamenti inducono i dati relativi ai tumori non asbesto correlati, che fa dire agli Autori: “… con un numero così basso di casi riconosciuti, rispetto alle stime dei tumori attesi come frazione lavoro-correlata dei tumori nella popolazione in generale, possiamo senz’altro concludere che i tumori professionali sono quasi completamente sconosciuti”

Conveniamo che il documento sia di grande rilevanza sia perché dimostra le potenzialità dello strumento di analisi degli OPENDATA INAIL ma anche per le considerazioni che riesce a trarre da alcuni degli elementi indagati, prospettandone l’utilizzo al fine di quei cambiamenti che risponderebbero anche ad esigenze di giustizia sociale.

 

Segnaliamo qui anche le ricche considerazioni di Gabriella Galli su Repertorio Salute.

La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione

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