Lo vogliamo ricordare con le parole che pronunciò nel settembre 2023 all’udienza di ANMIL in Vaticano:
[Le tragedie e i drammi nei luoghi di lavoro iniziano] “quando il lavoro si disumanizza e, anziché essere lo strumento con cui l’essere umano realizza sé stesso mettendosi a disposizione della comunità, diventa una corsa esasperata al profitto … quando il fine non è più l’uomo, ma la produttività. E l’uomo diventa una macchina di produzione …”.
Sul tema di SSL e di dignità del lavoro, alleghiamo un articolo relativo all’incontro che il Papa ebbe con la CGIL nel 2022.
Riportiamo qui solo due dei numerosi commenti che ci siamo scambiati alla notizia della morte di Papa Francesco:
Basterebbe l’enciclica «Laudato si’» per giustificare il lutto per la scomparsa di Papa Francesco.
(Alberto Baldasseroni)
Il mondo degli uomini ha fatto troppo male anche a questa meravigliosa persona. (Lalla Bodini)
Riproponiamo infine la lettera aperta che gli indirizzammo il 31 agosto 2022.
LETTERA ENCICLICA
LAUDATO SI’
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
SULLA CURA DELLA CASA COMUNE
2 risposte
Una persona che lavora dovrebbe avere anche il tempo per ritemprarsi, stare con la famiglia, divertirsi, leggere, ascoltare musica, praticare uno sport.
Quando un’attività non lascia spazio a uno svago salutare, a un riposo riparatore, allora diventa una schiavitù.
PAPA FRANCESCO
La commemorazione di chiunque sia appena scomparso, a maggior ragione se si tratta di un Papa che (comunque lo si veda) ha lasciato un segno molto forte nella storia che viviamo, è cosa frequentemente stucchevole e inutile: soprattutto se in un modo o nell’altro si finisce per cercargli i meriti e i limiti, soppesarli e infine (presuntuosamente) “dargli la pagella” in base alla corrispondenza, o meno, con quel che ci aspettavamo dalle sue idee, le sue scelte, le sue parole e i suoi gesti, forse anche a un nostro metro generale dell’universo. Ricordo per prima cosa una domanda / affermazione proprio di Papa Francesco: “Chi sono io per giudicare?”. A maggior ragione mi pare giusto, nonché rispettoso, porsi in una posizione di ascolto delle parole e dei gesti che quella persona ha lasciato. Di Papa Francesco me ne viene subito l’immagine di una chiara visione “One Health” di un mondo dove gli esseri umani (“Todos”) vengono visti in posizione di custodia globale, in una doverosa, pressoché obbligata armonia con tutto il resto della realtà animata e inanimata che gli sta attorno e dentro, dove gli esseri umani (“Todos”) vengono visti uguali e preziosi anche quando sono periferici, sono privi di lavoro o gravati da un lavoro pericoloso e indecente, sono “scartati”, dove le relazioni sono fondate costantemente sulla tenerezza, dove non c’è il Dio di una data religione più “azzeccato” e migliore del Dio di quello delle altre. Mi accorgo di quanto troppo ho parlato e scritto di un po’ tutto e di quanto insufficientemente ho ascoltato Papa Francesco in vita; vivendo in un’epoca in cui (almeno questo) è facile recuperare testi e video di chi ha avuto un ruolo così importante e visibile, mi metterò a leggere, guardare e studiare, anche i suoi abbracci, le strette di mano e i sorrisi.