La presentazione del libro: “Lavoro, sicurezza e salute nell’Italia delle fabbriche”
Non so quale fortunata congiunzione astrale abbia permesso la pubblicazione a breve distanza di tempo di due importanti saggi che, pur con intenzioni e taglio molto diversi, si occupano di quello che è successo (e succede) intorno alla salute e sicurezza dei lavoratori in Italia negli anni prima e dopo la riforma sanitaria, affiancandosi ai recenti eventi dedicati a Giovanni Berlinguer nel centenario della sua nascita.
Si tratta de “La salute e la sicurezza dei lavoratori in Italia. Una prospettiva storica a partire dal testo ‘Classe e salute’ del 1973 di Giulio A. Maccacaro” di Alberto Baldasseroni, Fabio Capacci e Franco Carnevale (Editore Pacini) e di “Lavoro e sicurezza e salute nell’Italia delle fabbriche” edito da Mimesis, con la cura di Giorgio Bigatti.
Entrambi i testi lo fanno attraverso la ricostruzione del clima e dei movimenti sociali ed intellettuali del tempo e con un tributo ai grandi protagonisti della prevenzione italiana (e non solo) di quell’epoca, quali Giulio A. Maccacaro, Giovanni Berlinguer, Ivar Oddone, Luigi Mara e altri. E non potevano non incrociare anche parte della storia di SNOP, che in quegli anni cominciava a muoversi e anche ad essere protagonista.
La loro pubblicazione rappresenta, in questi nostri giorni di difficoltà e di arretramento su tali temi, un’opportunità di conoscenza e di riflessione, andando ben al di là di qualsiasi operazione di nostalgia, che pure legittimamente vive in molti che quegli anni hanno vissuto o contribuito a costruire. Un’opportunità per capire – oggi che le innovazioni sembrano poter essere solo quelle tecnologiche – come le innovazioni di quegli anni si siano potute realizzare grazie ad un contesto socio-politico caratterizzato da varie e proficue “conflittualità” (sindacali, politiche, studentesche, per i diritti civili e di genere …) foriere di quella fertilità di speranze di cambiamento che lo scrittore Maurizio Maggiani ha chiamato “promettenza”. Ma, allo stesso tempo, anche per comprendere in quali condizioni siano arrivate fino ai giorni nostri, evolute e involute, corrette, spesso distorte o anche tradite. Ma questi testi nascono forse anche da una necessità, che è quella di studiare a fondo quella stagione, particolarmente in questo tempo nel quale molto di quello che si era voluto costruire appare perdersi e sfaldarsi, non solo sotto i colpi delle diverse controriforme e dei massicci cambiamenti sociali, economici, politici ed istituzionali, ma anche a causa della mancanza di propulsione di idee, di risorse (sociali, politiche, prima ancora che economico finanziarie) e di visione, che sembra marcare, non solo le difficoltà della ricerca di possibili nuove prospettive, ma anche la debolezza del contrasto alle progressive trasformazioni regressive.
Del libro di Baldasseroni, Capacci e Carnevale viene detto a parte, mentre qui vorrei segnalare e presentare (no, non è una recensione) il volume curato da Bigatti.
Il libro nasce a margine della mostra “Lavoro? Sicuro!” già allestita dalla Fondazione ISEC (Istituto per la storia dell’età contemporanea) nel 2022-23 a Milano e nel maggio 2024 al Museo della medicina della Sapienza di Roma e, come dichiarato dal suo curatore, è pensato come sostituto di un catalogo della stessa ma, proprio per questo, arricchito di altri contributi. Per la sua natura, il libro non costituisce, quindi, una trattazione organica ma raccoglie testi eterogenei di diverso interesse, inquadrabili in differenti sezioni:
- una dedicata alla ricostruzione storica di quella che qui viene chiamata “stagione dei diritti e delle lotte per la salute”, con saggi su Giovanni Berlinguer e la salute nelle fabbriche (la “fabbrica” che viene ripresa proprio nel titolo del volume), sulle esperienze di prevenzione partecipata con i lavoratori di Ivar Oddone alla AEM di Torino e a Mirafiori e quelle delle lotte per la salute presso il polo siderurgico di Taranto dal 1960 al 2012;
- un originale quadro sul contributo delle arti visive (fotografia, design, grafica) ai temi della sicurezza sul lavoro attraverso l’analisi delle opere in proposito di Uliano Lucas, di Eugenio Carmi e di John Alcorn (presenti nella mostra);
- la raccolta di alcune significative esperienze e testimonianze:
- quella, appassionata e puntualmente documentata, della “nostra” Lalla Bodini sulla nascita degli SMAL e sul loro sviluppo fino ai giorni nostri, condotta a partire dalla realtà dello storico Servizio di Sesto San Giovanni, nel quale lei stessa ha operato per lungo tempo, ma estesa a comprendere la stagione di crescita dei Servizi di prevenzione delle ASL;
- quella di Bruzio Bisignano, che nasce dentro la sua lunga vita nella produzione prima e nella sicurezza sul lavoro poi, all’interno di alcuni stabilimenti siderurgici del nord-est e che prosegue ora nella sua instancabile opera di promotore, formatore e comunicatore con il “Progetto Ocjio” e con gli originali spettacoli teatrali con la compagnia dei Trigeminus, portati in giro per l’Italia e nelle scuole;
- l’esperienza di Sergio Fontegher Bologna nella rivista “Sapere”, che – con la conduzione di G.A. Maccacaro e di Giovanni Cesareo poi – accompagnò molte delle lotte per la salute e la prevenzione di quegli anni ma che contribuì al cambiamento della posizione della “scienza” su questi temi.
- L’ultima parte è dedicata, infine, più direttamente alla presentazione della mostra “Lavoro? Sicuro”, alle sue scelte espositive e didattiche e alla rilevazione dell’impatto sugli studenti visitatori.
Le stesse pregevoli immagini storiche di cui il libro è corredato – molte delle quali provengono proprio dalla mostra – offrono un ulteriore e talvolta autonomo filo di lettura di quegli anni.
Pur nella sua impostazione non organicamente storiografica, la ricostruzione degli eventi e delle condizioni di quegli anni ha il pregio di restituire, anche se talvolta solo citati, molti degli aspetti di interesse del complesso e fecondo contesto di quegli anni, fornendo innumerevoli spunti e occasioni di doveroso approfondimento. La ricchezza del quadro di quegli anni, di quelle conquiste (politiche, sindacali, legislative, culturali …) che, nell’insieme, i diversi sguardi raccolti nel libro contribuiscono a mostrare, ci suggerisce ad ogni pagina che occorre proseguire in quella cura della memoria necessaria al presente per la costruzione di ipotesi di cambiamento.