Il confronto che si è sviluppato in Senato è stato certamente “di parte”, non essendo ad esso presenti rappresentanze tanto dei consulenti tecnici delle difese, quanto degli avvocati delle
difese, quanto in generale dei soggetti che più frequentemente si trovano dalla parte degli imputati in un processo per cancri da lavoro … ma tale assenza di par condicio non vuol dire affatto che si sia trattato di un incontro fazioso e/o a-scientifico.
Oltre a molteplici ed interessanti interventi di natura giuridica si è avuta un’approfondita esposizione di alcuni “perché”, epidemiologici e biologici, e in particolare del perché:
a) non sia vero che è irrilevante, rispetto al rischio di contrarre un mesotelioma o un cancro polmonare, l’esporre una persona all’inalazione di fibre di amianto per un giorno anziché per un anno anziché per un decennio, così come l’avere un’intensità di esposizione di una fibra di amianto per litro d’aria anziché di mille fibre di amianto per litro d’aria;
b) su di un piano generale, non sia vero che il cancro (“occupazionale” o meno) derivi da un solo micro-evento catastrofico, puntuale e di durata poco più che istantanea, mentre sia vero l’esatto contrario: cioè che il cancro è un fenomeno multi-stadiale, che si genera dalla composizione di molteplici micro-eventi che si sviluppano lungo un arco temporale dell’ordine di anni.
Su quali evidenze si basino le suddette affermazioni emerge con chiarezza dai materiali resi liberamente disponibili anche tramite gli atti del seminario.
Si segnala che di quanto esposto e discusso nella giornata di lavoro in Senato ha dato riscontro ampio, competente e libero il supplemento “Salute” del Sole 24 Ore.